Coppettazione per la gestione del dolore: approcci e studi recenti

La coppettazione, conosciuta anche come cupping, è una pratica terapeutica antichissima, originaria della medicina tradizionale cinese che trova oggi un crescente impiego anche nella medicina moderna.

Utilizzata sia in ambito estetico che medico, si dimostra particolarmente efficace nella gestione di traumi e dolori muscolo-scheletrici. Negli ultimi anni ha suscitato un interesse sempre maggiore da parte della comunità scientifica, che ha iniziato ad esplorarne i meccanismi d’azione e a valutarne l’efficacia.


Cos'è la coppettazione e come si esegue?

Il cupping prevede l’applicazione di coppette, generalmente realizzate in vetro, plastica o silicone, sulla pelle per creare un effetto di suzione (o aspirazione). Questo processo, che può essere eseguito aspirando l'aria tramite valvole apposite o utilizzando il calore, è progettato per migliorare la circolazione sanguigna locale, ridurre l'infiammazione e favorire la guarigione. Le coppette vengono applicate sulle zone di interesse, creando un effetto di sottovuoto che agisce come un massaggio connettivale localizzato (una tecnica di massaggio mirata che agisce sui tessuti connettivi, come legamenti e fasce muscolari, per migliorare la circolazione, rilasciare tensioni e stimolare i processi di guarigione). Questo stimola il flusso sanguigno nella zona trattata e contribuisce al rilassamento dei muscoli, alleviando il dolore. Il trattamento ha una durata che va dai 5 ai 20 minuti, ma non oltre, perché lo stimolo provocato risulta piuttosto intenso.

Questa tecnica può apportare benefici a chi soffre di mal di testa, emicrania, sciatalgia, nevralgia, cervicalgia, lombalgia, fibrosi, fibromialgia, ansia, depressione e malattie respiratorie.

Sono diversi gli sportivi che ricorrono alla coppettazione, in particolar modo i nuotatori, che mostrano segni evidenti sulla schiena prima di ogni gara. Un esempio emblematico è Michael Phelps, il plurimedagliato olimpico, che ha attirato l’attenzione su questa pratica durante le Olimpiadi del 2016. Phelps e altri sportivi hanno utilizzato ed utilizzano la coppettazione non solo per alleviare il dolore e le tensioni muscolari, ma anche per migliorare la loro performance e accelerare il recupero muscolare.


 

Tipi di coppettazione

Esistono diversi tipi di coppettazione, quelli più comuni sono:

  • Coppettazione bagnata/umida: durante la coppettazione bagnata, i vasetti vengono rimossi temporaneamente e vengono praticate piccole incisioni nelle aree cutanee precedentemente trattate. Successivamente, i vasetti vengono riapplicati e la suzione provoca una leggera fuoriuscita di sangue dalle incisioni, da cui deriva il termine "bagnata". Questa tecnica, nota anche come "sanguinamento medicale", ha l'obiettivo di eliminare sangue, tossine e impurità dalla pelle. Al termine del trattamento viene applicato un unguento antibiotico e un bendaggio protettivo per prevenire infezioni.
  • Coppettazione a secco: diversamente dalla coppettazione bagnata, la coppettazione a secco non richiede l'esecuzione di alcuna incisione cutanea da cui il termine “secca” o “asciutta”. Con questa tecnica si crea una zona a bassa pressione sulle aree cutanee interessate dove verranno applicati i vasetti, migliorando il flusso sanguigno e riducendo il dolore
  • Coppettazione mobile: è detta mobile la coppettazione che prevede lo spostamento dei vasetti durante lo svolgimento del trattamento. Per poter eseguire questo tipo di coppettazione, viene lubrificata preventivamente la pelle con una soluzione oleosa che permette lo scivolamento dei vasetti presenti sulla superficie del corpo.
  • Coppettazione a caldo: questa tecnica utilizza il calore per creare il vuoto all'interno dei vasetti. I vasetti vengono riscaldati prima di essere applicati sulla pelle e il calore provoca un’espansione dell’aria all’interno del vaso, creando così una forte suzione quando il vaso si raffredda e si contrae.
  • Coppettazione a freddo: meno comune rispetto alla coppettazione a caldo, questa tecnica utilizza vasetti raffreddati per creare l’effetto di suzione. I vasetti possono essere raffreddati tramite refrigerazione o l’utilizzo di ghiaccio. Questo approccio è generalmente usato per ridurre l'infiammazione e lenire i muscoli.
  • Coppettazione con alternanza di caldo e freddo: prevede l’uso di vasetti di coppettazione che vengono alternativamente riscaldati e raffreddati durante il trattamento. L’applicazione di caldo e freddo aiuta a ottimizzare i benefici del trattamento. Il calore dilata i vasi sanguigni e aumenta il flusso sanguigno nella zona trattata, mentre il freddo ha un effetto vasocostrittore che riduce l’infiammazione e il dolore. Questa alternanza stimola la circolazione e il metabolismo dei tessuti, contribuendo a un miglioramento complessivo della salute muscolare e a una riduzione delle tensioni.


La scelta del tipo di coppettazione dipende dalle specifiche problematiche del paziente. In base alla tecnica adottata, si utilizzano vasetti di materiali diversi, solitamente in numero variabile tra 3 e 5 per seduta. Le aree da trattare vengono determinate dalla sintomatologia riportata mentre i punti anatomici su cui intervenire vengono selezionati in base agli obiettivi terapeutici.


Benefici:

Tra i principali benefici della coppettazione, troviamo:

  1. Miglioramento della circolazione sanguigna e del tessuto cutaneo: la suzione dilata i vasi sanguigni, aumentando l'ossigenazione dei tessuti e stimolando i sistemi circolatorio e linfatico. Questo favorisce una guarigione più rapida e migliora la salute della pelle.
  2. Riduzione dell'infiammazione: può modulare le risposte immunitarie, riducendo l'infiammazione e accelerando il recupero dei tessuti danneggiati.
  3. Stimolazione del sistema nervoso centrale: gli effetti sulla pelle e sui muscoli potrebbero influenzare la modulazione del dolore a livello del sistema nervoso centrale, alterando la percezione dei dolori e rendendoli quindi meno intensi e più tollerabili.
  4. Attivazione di risposte neuroendocrine: può stimolare la liberazione di endorfine e altre sostanze chimiche che favoriscono il benessere, contribuendo al rilassamento e alla riduzione dello stress.
  5. Miglioramento del sistema linfatico: la coppettazione esercita un effetto drenante, facilitando la liberazione di cataboliti e tossine dal corpo.

Negli ultimi anni, la coppettazione ha suscitato un crescente interesse nella comunità scientifica grazie alla sua efficacia nella gestione del dolore e nel trattamento di varie condizioni cliniche. Recenti studi hanno esplorato l'impatto di questa antica pratica terapeutica su diversi tipi di dolore e disturbi, rivelando risultati promettenti.

La ricerca di Yuan et al. (2023) ha dimostrato una significativa riduzione del dolore muscolare cronico e un miglioramento della mobilità.

Li et al. (2024) hanno evidenziato che la coppettazione può alleviare il dolore e migliorare la funzionalità nell'osteoartrite del ginocchio, con effetti paragonabili a quelli delle terapie farmacologiche.

Ulteriori studi, come quello di Kavoussi et al. (2023), hanno riscontrato una riduzione significativa della frequenza e intensità dell’emicrania e della cefalea tensiva.

Infine, Guo et al. (2024) hanno osservato una diminuzione della necessità di analgesici nei pazienti sottoposti a interventi chirurgici addominali grazie alla coppettazione.

 

Controindicazioni e rischi

Sebbene la coppettazione offra potenziali benefici, presenta anche diverse limitazioni e controindicazioni da tenere in considerazione.  Gli esperti la sconsigliano fortemente in caso di insufficienza cardiaca o renale, ascite causata da cirrosi epatica o grave edema, malattie emorragiche come l’emofilia o la porpora allergica, psoriasi grave, dermatosi come la dermatite allergica, fratture ossee (temporanee), bruciature solari (temporanee), ferite cutanee in fase di guarigione (temporanee). Inoltre, è controindicata per chi soffre di obesità o eccessiva magrezza.


È essenziale considerare anche quali possano essere i potenziali rischi: la tecnica bagnata/umida può aumentare il rischio di infezioni e complicanze emorragiche, mentre quella a secco può causare lividi e irritazioni cutanee. Alcuni studi suggeriscono anche che gli effetti positivi della coppettazione potrebbero essere in parte attribuiti a un effetto placebo.

In conclusione, se eseguita da personale qualificato, la coppettazione è generalmente considerata sicura e a basso rischio. Tuttavia, è importante essere consapevoli dei possibili effetti collaterali, che includono ematomi, bruciature (se viene utilizzata la tecnica di riscaldamento e raffreddamento dell’aria nei vasetti), dolore e infezioni cutanee.


Approcci recenti e considerazioni cliniche

Quando si considera l’integrazione della coppettazione nei trattamenti medici, è fondamentale prendere in esame diverse considerazioni cliniche.

Prima di tutto, una valutazione accurata del paziente è cruciale per determinare la sua idoneità al trattamento, tenendo conto delle condizioni di salute preesistenti. Gli operatori che eseguono la coppettazione devono inoltre possedere una formazione adeguata, che garantisca la sicurezza e l’efficacia del trattamento.

La coppettazione dovrebbe essere inserita in un contesto di approccio terapeutico multimodale, combinandola con altre terapie complementari e convenzionali per rispondere meglio alle specifiche necessità del paziente. Negli ultimi anni, sono stati sviluppati diversi approcci innovativi per ottimizzare i risultati clinici della coppettazione e ridurre i rischi associati. Tra questi, la combinazione della coppettazione con tecniche di massaggio per migliorare la mobilità articolare e ridurre il dolore muscolare, l’utilizzo di dispositivi elettronici per controllare la forza della suzione e la durata del trattamento e l’applicazione di oli infusi con erbe medicinali prima della coppettazione per potenziare gli effetti terapeutici. Questi sviluppi non solo ampliano le possibilità terapeutiche ma consentono anche una maggiore personalizzazione del trattamento, migliorando così l’efficacia e la sicurezza della coppettazione come pratica clinica integrativa.